Cenni Storici Pedana Vibrante

Pedana Vibrante Cenni Storici

La Storia della Pedana Vibrante

I primi lavori scientifici riguardanti l’utilizzo delle vibrazioni a scopo terapeutico sull’uomo risalgono al 1949, quando Whedon e alcuni colleghi (1949) riferirono degli effetti positivi ottenuti grazie all’applicazione di vibrazioni generate da uno speciale letto oscillante sull’ossatura di pazienti allettati, immobilizzati dal gesso. Un successivo studio sperimentale (Hettinger, 1956) dimostrò come la somministrazione di vibrazioni di frequenza pari a 50 Hz fossero in grado di aumentare l’area di sezione muscolare (quindi di incrementare la massa magra), nonché di diminuire il tessuto adiposo (quindi diminuire la massa grassa, la ciccia, il grasso) all’interno del muscolo stesso.

Cenni Storici Pedana Vibrante La domanda che si posero fu: “se si aumenta la capacità del muscolo e la diminuzione del grasso, stando fermi, quali possono essere le applicazioni?” In campo prettamente terapeutico, quasi quaranta anni più tardi, Schiessl (1997) brevettò l’utilizzo di un macchinario vibratorio; sempre nello stesso periodo Fritton e colleghi (1997) misero a punto una macchina basata sulle oscillazioni di tipo traslatorio, (tecnica poi abbandonata per i suoi scarsi risultati). In entrambi i casi il campo applicativo di queste apparecchiature era quello di ottenere una stimolazione sulla crescita ossea, grazie a delle specifiche frequenze che potremmo definire con il termine di “osteogeniche”.

Un anno più tardi i lavori sperimentali di Flieger e colleghi (1998) dimostrarono come nell’animale sottoposto a vibrazioni si registrasse un incremento nella proliferazione ossea. Solamente alla fine degli anni ’80 comparvero i primi studi riguardanti il possibile incremento delle capacità contrattili dei muscoli sottoposti a sollecitazioni di tipo vibratorio (Nazarov e Spivak, 1987): da allora le ricerche in questo specifico campo si sono fatte sempre maggiori ed esaustive.

I russi Nazarov e Spirav lavoravano per il governo Russo e i loro studi sulla pedana vibrante vennero usati per aiutare gli astronauti a far ginnastica nello spazio. Nei prima anni ’90 gli americani riuscivano a stare nello spazio non oltre i 120 giorni ed avevano sempre gravissimi problemi muscolari ed ossei, mentre gli astronauti russi riuscirono a stracciare record su record facendo stazionare nello spazio, sulla stazione orbitante MIR due astronauti per ben 450 giorni.

Sino al 1987 tutti gli studi applicati alla pedana vibrante erano rivolti a quanto si poteva ottenere sull’apparato scheletrico, quindi la cura dell’osteoporosi, recupero dei traumi, decalcificazione ossea, degenerazione ossea, e diminuzione della calcificazione negli astronauti. Da quella data la pedana vibrante e i benefici delle vibrazioni CONTROLLATE vennero analizzati anche dal punto di vista muscolare. E i benefici che la pedana vibrante e le vibrazioni controllate possono dare all’organismo diventano evidenti e stupiscono per la loro versatilità: la pedana vibrante ha trovato la sua collocazione principe, lo sport. Questo anche grazie al Dott. Carmelo Bosco, nostro connazionale che per primo fece studi in ambito sportivo ed estetico e tra i primi studiò un apparecchio che potesse uscire dai laboratori ed entrare nelle case di molti.

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